La primavera è alle porte e saranno in molti a darle il benvenuto con un bel barbecue. Nulla di male ma… cercate di non abusare della griglia!!! Perché? Perché un nuovo studio suggerisce che la cottura la griglia sia una delle peggiori tecniche di cottura, almeno per ciò che riguarda il vostro cervello.
E’ tutta una questione di ridurre al minimo l’esposizione a ciò che in inglese si chiamerebbe AGE (advanced glycation endproducts), cioè composti chimici creati quando proteine e carboidrati interagiscono in assenza di un enzime di controllo.
Proprio alcuni alimenti e metodi di preparazione possono aumentare drasticamente i livelli di questi pericolosi composti nel corpo. Ad esempio, l’associazione carni grasse con condizioni di cottura ad alta temperatura (ad esempio un hamburger alla griglia) è una potenziale bomba ad orologeria nel nostro corpo, con concentrazioni estremamente elevate di AGE.
Quali conseguenze sulla salute provocano questi enzimi? Essi possono causare gravi danni cellulari, ed inoltre sono fattori che accelerano il danno delle cellule legato all’età. Non per niente si tratta di un processo di ossidazione, proprio come avviene nei radiali liberi.
Il legame tra i livelli di AGE elevati nel corpo e una diminuzione delle attività di sostanze chimiche che aiutano a scongiurare le malattie come il diabete e l’Alzheimer è stato recentemente evidenziato in uno studio pubblicato sulla rivista “Proceedings of National Academy of Sciences”.
Dopo il monitoraggio di un gruppo di americani adulti, di almeno 60 anni di età, per un periodo di nove mesi, i ricercatori della Scuola di Medicina Ichan al Mount Sinai Hospital hanno scoperto che le persone che avevano una maggiore quantità di AGE nel loro sangue erano più propensi a sperimentare il declino cognitivo e mostrare segni di insulino-resistenza.
“La demenza senile ed il morbo di Alzheimer sono ormai epidemie nelle società occidentali, e sono strettamente legate al diabete“, dice l’autore dello studio Helen Vlassara, MD, professore e direttore della Divisione Sperimentale sul diabete e l’invecchiamento presso il Dipartimento di Geriatria Brookdale al Monte Sinai. “I nostri studi su animali e soggetti umani confermano che gli alimenti ricchi di AGE hanno importanti implicazioni negative per la salute.”
Vlassara aggiunge poi che una dieta corretta, viceversa, aiuta a contrastare gli effetti dell’invecchiamento sulla salute del cervello. E non si tratta solo di quali cibi mangiamo, ma di come li cuciniamo. In generale, la dieta consigliata per chi vuole minimizzare la quantità di AGE nel proprio corpo è familiare a noi italiani perché – come raccomandano gli autori dello studio – segue le linee guida della dieta mediterranea: in primo luogo consumare prodotti con una bassa percentuale di grassi del latte, e poi pesce, legumi, frutta, verdura e cereali integrali; assumere meno carni grasse, alimenti altamente trasformati, prodotti lattiero-caseari ad alto tasso di grassi; per quanto riguarda le tecniche di cottura, preferire la bollitura, il vapore, la stufatura ed ovviamente i cibi rudi; se ci si vuole concedere una grigliata, accertarsi di marinare le vostre carni in soluzioni acide, come l’aceto o succo di limone.
In generale poi la preparazione dei cibi è la chiave per non incorrere nell’errore di trasformare un cibo sano in un coacervo di AGE: prendiamo il salmone, un filetto di salmone crudo (528 kU/100 g) è sicuramente sano, ma è possibile aumentare la quantità di AGE di quasi sei volte ( 3083 kU/100g) semplicemente mettendolo in padella con olio d’oliva.